Il Sale il rimedio naturale

Pubblicato il da tmarx.over-blog.com

 

IL SALE

GROSSO NON IODATO

(Il rimedio Natutale)

 

 

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Credo sia la speranza di tutti poter avere Discus belli  sani che nuotano spensierati nelle nostre vasche.

Tutti sempre molto attenti alle condizioni chimiche, all’alimentazione ed essere aggiornati sugli ultimi ritrovati che il mercato offre. 

Cassette pronto soccorso sempre piene, pronte  per esser utilizzate al minimo sintomo di presunto malessere.

Spesso interveniamo precipitosamente senza aver ben chiaro il vero motivo di una presunta situazione di disagio.

Così a volte rischiamo, al posto di migliorare la situazione, di peggiorarla. 

Resto dell’idea che meno si pasticcia e più si è regolari nella gestione ordinaria, maggiori saranno le soddisfazioni a favore di un benessere generale della nostra vasca e dei nostri beniamini. 

Credo non sempre siano necessari, laddove si riscontri situazione di malessere, medicinali invasivi, a volte la risposta, almeno in taluni casi, la abbiamo in dispensa. 

Si chiama sale, comunissimo sale grosso NON IODATO. 

Prima di entrare nel dettaglio dell’utilizzo in acquariologia, un velocissimo cenno storico prima ed una spiegazione scientifica dopo. 

 

Il sale nella storia 

Sin dall’antica Grecia il sale era considerato un vero toccasana, ritenendolo riemdio efficace per molteplici patologie.  

I veri fautori dell’utilizzo quale curativo furono senza dubbio i medici ippocratici i quali fecero largo uso della sostanza per curare ulcerazioni gravi, malattie della pelle, per infezioni delle vie respiratorie, quale espettorante, per infiammazioni della laringe, favorire le escrezioni, favorire la digestione  e molte ancora.

Sin dal 1600 anche i cinesi erano soliti polverizzare spugne marine contenenti sale per la cura di quella che oggi viene definita tiroide. 

Senza dubbio l’acqua salata disinfetta ed aiuta la cicatrizzazione, credo chiunque abbia provato almeno una volta, la differenza di cicatrizzazione che una ferita presenta se a contatto con l’acqua marina. 

Nella storia venne utilizzato, vista la valenza non solo terapeutica, anche come conservante per lo stoccaggio del cibo  oltre che per l’uso comune alimetare, metodi  ancora oggi attuali. 

Divenne moneta di scambio e nacque un vero e proprio commercio per favorirne la  distribuzione, in Italia molteplici furono le strade costruite attraverso l’Appennino e dalle zone collinari verso il mare. 

La loro realizzazione parti dal medioevo e sino al XV secolo ci si prodigò per realizzarne  di nuove e migliorare le esistenti. Il fenomeno non fu solo italiano, possiamo tranquillamente affermare che moltissimi popoli cercarono sbocchi al mare per reperire la miracolosa sostanza. 

Nacque un fiorente commercio e molte zone marittime si svilupparono proprio grazie a questo fattore, moltissime ancora oggi le saline antiche visitabili. 

Dopo questo breve cenno storico inizierei a parlarvi dell’aspetto scientifico reso possibile grazie all’apporto di Carmine alias xiphiasgladius85

 

La scienza

Il sale comune è il principale costituente dell’acqua marina ed è il responsabile dei processi fisiologici di tutti gli esseri viventi;  tanto per citarne qualcuno, regola i processi osmotici e le attività del sistema nervoso con le annesse connessioni nervose.

E’ costituito prevalentemente da cloruro di sodio la cui formula bruta o molecolare  è NaCl ; ogni grammo di sale contiene circa 0,4 g di sodio.

Non è una molecola ma un composto ionico,  quindi gli ioni di cui è composto il cloruro di sodio sono ioni Sodio (Na+) e ioni Cloro    ( Cl- ) organizzati in una struttura tridimensionale detta reticolo cristallino

 

 

 

 

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Ciascuno ione sodio è circondato da 6 ioni cloruro e ciascun cloruro è circondato da 6 ioni sodio.

Poiché ogni ione è circondato da molti ioni di carica opposta, ciascuno ione  è trattenuto abbastanza saldamente nella sua posizione .

Tuttavia si può sciogliere facilmente in acqua, perché ogni molecola d’acqua può attrarre uno ione positivo (sodio) verso la sua estremità negativa e uno ione negativo (cloruro) verso la sua estremità positiva; in questo modo gli ioni sono liberi di muoversi nella soluzione e sono uniformemente dispersi entro la soluzione.

Per questo motivo viene usato nei modi più disparati: dalla cucina alla conservazione, in medicina e come antiparassitario in alcuni prodotti;  infatti trova impiego anche in acquariofilia e, a seconda delle concentrazioni è un ottimo curativo, soprattutto se alcune malattie sono nei primissimi stadi di sviluppo.

 

Patologie ove efficace:

 

Protozoi del tipo: Tricodina, Chilodonella, Costia (Ichtyobodo),

Micosi generate d:a Saprolegnia, Achyla e Dictyuchus

Batteriosi leggere che causano occhio opaco, sfrangiamenti e ferite superficiali.

                                                

 

L’ uso in acquariologia 

Proseguiamo ora,  esponendovi sulla base di esperienze personali, l’utilizzo  e le varie modalità d’impiego. 

Prima di analizzare ogni singola voce, vorrei fare una precisazione, il sale può essere considerato un primo ottimo aiuto all’insorgere di patologie o problemi vari, essere considerato si un blando rimedio, ma anche ottima soluzone naturale in varie circostanze a patto di tempestivo e preventivo intervento. 

Posso tranquillamente affermare che pochissimi sono i medicinali chimici da me utilizzati, un occhio attento può intuire l’inizio di situazioni a rischio ed in tal caso il sale diventa spesso ottimo rimedio naturale. 

Abbinato poi ad un’attenta ed accurata gestione, prerogativa essenziale, consentirà soddisfazioni che vanno spesso al di la delle aspettative iniziale mosse spesso, soprattutto all’inizio, da paure infondate sulla difficoltà di allevamento dei Discus.

 

Disinfettare gli attrezzi 

Per qualche periodo ho utilizzato questo sistema con buoni risultati  per disinfettare gli attrezzi dedicati alla vasca a cui erano poi destinati.

 

Aprirei qui una piccola parentesi, è molto importante che tutti gli attrezzi (retini, tubi, forbici pinzette ecc.) utilizzati per una vasca restassero ad uso esclusivo della stessa. L’utilizzo promisquo infatti aumenta esponenzialmente il rischio di possibili trasmissioni di patologie da un acquario all’altro.

In un recipiente a parte inserire 10 gr/litro di sale grosso NON IO DATO, sciogliere bene e lasciare a bagno tutti gli strumenti per non meno di 30 minuti. Risciacquare poi abbondantemente. 

Di recente ho sostituito il sale con un cucchiaio di comunissima candeggina non profumata, oltre che per maggior semplicità d’utilizzo, anche per seguire i consigli ricevuti sulla maggior valenza di effetto diinfettante. Molta più attenzione a fine bagno nel sciacquare le attrezzature.

 

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Quarantena

Soprattutto quando abbiamo una vasca già ben avviata ed intendiamo inserire l’ultimo stupendo esemplare del quale ci siamo invaghiti presso il nostro negoziante di fiducia, nasce o sarebbe meglio nascesse da subito, la paura su possibili reciproche trasmissioni di patologie nel momento dell’inserimento in comunità.

Presi dal desiderio di veder subito nuotare il nostro stupendo ospite,pensiamo al trasporto, all’ambientamento graduale, ai valori di provenienza e destinazione, ma raramente purtroppo a quali potrebbero essere le conseguenze nell’inserimento senza le debite precauzioni.

 

In questo caso il sale può esser un valido alleato, vediamo come.

In un recipiente a parte poniamo il nuovo soggetto con l’acqua di trasporto.

 Effettuiamo il normale graduale adattamento aggiungendo l’acqua di destinazione. (io effettuo 3 cambi di 1/3 d’acqua a distanza di 5/10 minuti una dall’altra)

 Una volta adattato il pesce, anziché trasferirlo in vasca assieme agli altri ospiti inseriamo una percentuale pari a 10 gr/litro di sale grosso NON IODATO con l’ausilio di una bottiglia (precedentemente sciolto il sale  in una bottiglia da 1 litro).

 Lasciare il soggetto nella soluzione salina per 3/5 minuti

 Trasferire il soggetto in comunità senza particolari riadattamenti. 

 

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Stesso trattamento può essere effettuato nel caso di trasferimento coppia nel cubo da riproduzione quale prevenzione su possibili patologie, soprattutto branchiali, trasmissibili poi agli avanotti.

Questo sistema regolarmente da me utilizzato, prese spunto da quanto reso noto nelle pubblicazioni del Dott. Untergasser. 

Sostanzialmente esistono due possibili modalità d’intervento, il bagno prolungato in comunità ed il bagno breve separato.

Personalmente ho sempre preferito effettuare bagni brevi da ripetersi per tre giorni così da evitare possibili sbalzi del chimismo in vasca deleterio oltre che per i soggetti sani anche per la vegetazione presente; in alternativa bagni prolungati ma in vasca separata.

 

Bagno breve

 

Trasferire il pesce in vasca separata con acqua di provenienza ed aggiungere 10 gr/litro x 10/15 minuti

(come per la quarantena, trasferire il soggetto in vasca separata ed immettere circa 1 litro da bottglia ove precedentemente sciolto il sale) Dopo il trattamento è possibile reinserire direttamente il pesce in comunità  senza particolari ambientamenti. Non è necessaria porosa.

 

 

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Bagno prolungato

Il bagno prolungato può essere effettuato sia in vasca separata (consigliato) che nella vasca di comunità.

 2 gr/litro (dopo 5 giorni cambio 1/3 acqua con quella di provenienza - dopo altri 5 giorni ancora sostituzione 1/3 e dopo 5 giorni trasferimento in acquario). Areare abbondantemente. 

 

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Riproduzione

Come visto in precedenza è buona norma effettuare un bagno preventivo ai riproduttori prima di esser trasferiti nel cubo per prevenire possibili trasmissioni di patologie agli avanotti. 

A volte però ciò può non esser sufficiente, proprio recentemente mi son trovato purtroppo, a 15 giorni dal nuoto libero, ad affrontare una moria per branchiali di circa 40 avanotti nel giro di 48 ore. 

Per far fronte al problema ricorsi proprio al sale grosso non iodato nella misura di 2 gr/litro, di seguito le modalità. Visto l’eccellente risultato, testato poi anche successivamente sia personalmente che da Alessandro alias SSUPERPIPPO, tale soluzione è divenuta regola nelle successive riproduzioni.

 

Da” Storia di una riproduzione” visibile in Home page:

 http://www.discuspassion.net/content/view/369/1/

 

Purtroppo ho avuto un grave problema intorno al 15° giorno dall’inizio del nuoto libero, circa una quarantina di perdite nel giro di 48 ore.

Inspiegabile inizialmente, ho pensato potesse trattarsi di selezione naturale, ma c’era qualcosa che non mi convinceva; ho notato che appena dopo la somministrazione di artemia si portavano in superficie, la livrea diventava molto chiara e nel giro di un’ora morivano.
Consigliatomi con un amico esperto del settore siamo arrivati a conclusione che si trattasse quasi certamente di problema ai branchiali, questa la soluzione:
 

Cambio 30% acqua cubo ed inserimento 2g litro sale grosso non iodato

Azionamento  porosa in vasca al massimo  e + 1°T
Cambi giornalieri successivi del 20%

Le morie si sono interrotte ed i valori nel cubo sono arrivati a: 

PH 7,5
KH 4
uS 1.500…

Valori elevatissimi a cui gli avanotti si son adeguati senza alcun problema; da questo momento in poi non c’è più stata nemmeno 1 perdita ed i valori si sono pian piano riallineati.

 

 

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Ultimo, ma non per questo meno importante utilizzo del sale grosso non iodato, è per l’abbattimento immediato dell’avvelenamento da nitriti. 

Pur nella convinzione che il  miglior rimedio per tale problematica sia un cambio totale d’acqua, nel caso non fosse possibile, ecco come intervenire con il sale.

Il  nitrito è tossico a tutti i Ph poichè entra in competizione con l'ossigeno presente nell'emoglobina modificandola e rendendola del tutto incapace di trasportare ossigeno con la conseguente morte del pesce in tempi molto brevi.


Uno dei  rimedi per ridurre nell'immediato la tossicità del nitrito è aggiungere del comune sale da cucina grosso non iodato all'acqua (1 gr/litro), Il  cloruro infatti riesce a rimodificare molto velocemente l'equilibrio dell' emoglobina ed a riportare il pesce alle normali funzioni e... finalmente a respirare...  Poi bisognerà ovviamnte andare alla radice del problema.
 

Si può anche ovviare a tale problema aggiungendo del Blu di Metilene che, grazie alla sua azione antimetemoglobinemico, contrasta molto velocemente questo tipo di intossicazione. (le percentuali/litro sono variabili in base alla percentuale di purezza del blu di metilene a disposizione).

 

Il sale grosso NON iodato  (lo shock osmotico) 

Premetto che non sono un’esperto, spero quindi che questa semplice spiegazione scientifica possa comunque farvi capire come il sale grosso NON iodato agisca sull’organismo per ottenere effetti benefici. 

Il sale riesce a garantire buoni risultati sfruttando quello che viene denominato shock osmotico, ma di cosa si tratta? 

Cominciamo col dire che anche nei Discus, come in tutti gli esseri viventi, all’interno dei tessuti è presente una percentuale più o meno alta di acqua  nella quale ovviamente è disciolta una percentuale di sali (è scientificamente provato che l’acqua tende a trasferirsi laddove vi è una maggior concetrazioni di Sali).

Per i Discus, così come per tutti i soggetti acquatici in genere, è chiaro come tale fenomeno possa divenire assai delicato vivendo immersi nell’acqua. (acqua in esterno, acqua all’interno dei tessuti). Un continuo scambio che viene definito osmoregolarizzazione

Una stabilità di valori dell’acqua garantisce uno scambio interno/esterno regolare mantenendo in buona salute il pesce ed in equilibrio metabolico.

Ecco perché è di fondamentale importanza una stabilità di valori soprattutto relativamente a uS e KH. 

Agendo però su questi valori inserendo il sale grosso NON iodato, avremo un repentino aumento soprattutto dei uS, “romperemo” l’equilibrio osmotico inducendo i liquidi all’interno di organi e tessuti dell’esemplare a modificarsi alla ricerca di una nuova stabilità. Indurremo uno scambio dall’interno verso l’esterno dato che, come abbiam detto in precedenza, l’acqua più povera di sali è attratta verso quella più ricca in esterno. 

Con questa “fuoriuscita” però il pesce non elimina solo acqua, infatti al suo interno sono presenti anche quei microrganismi responsabili del malessere del pesce che ci ha indotto al trattamento. 

Tale processo di scambio viene definito shock osmotico. 

Da dire inoltre che proprio per come strutturati metabolicamente, molti organismi responsabili di malattie, non hanno un sistema di regolazione osmotica così ben strutturata, ovvie quindi le conseguenze a cui vanno incontro con un repentino sbalzo osmotico dato dall’utilizzo del sale grosso NON iodato. 

Un’importantissima raccomandazione, NON utilizzate altri tipi di sale, SOLO grosso NON IODATO, spesso per la raffinazione  vengono utilizzati processi e sostanze assai dannose che se immesse in acquario portano a  conseguenze molto gravi. 

Spero che la lettura di quest’articolo possa esservi d’aiuto, un saluto a tutti.    

 

 

 

L' articolo è stato citato  su "il Venerdi di Repubblica" del18.02.2011

   

 

                                                                                                         

                                                                          Marco Ghirardi (Tmarx)

 

 

 

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